LE RAPPRESENTAZIONI TEATRALI DELLE MASCHERE





I festeggiamenti del carnevale riportano in vita la tradizione e la storia nelle strade e nelle piazze, mentre sulle scene, soprattutto nel passato, fiorivano spettacoli che avevano antiche radici letterarie e storiche, mantenendo i caratteri di una recitazione libera ed estemporanea.
Nella Commedia dell'Arte era richiesta l'abilità di attori professionisti, che si basava sulla recita ma coinvolgeva anche il canto, la danza e i numeri di giocolieri e acrobati.
Le maschere hanno un repertorio di battute e di gesti che si fissava e diventava patrimonio comune.
Nella gamma di tipologia "fissa" abbiamo i servi scaltri e astuti che cercano di imbrogliare padroni avari, mentre i giovani di buona famiglia cercano di coronare il loro sogno d'amore in barba ai genitori restrittivi e ad assurde convenzioni sociali. I canovacci si ispiravano alle vicende della realtà quotidiana rendendola comica.

Questa forma di teatro, genuinamente italiano, ebbe larga fortuna all'estero dove influì sui generi artistici locali.
Caterina de Medici, andata in sposa in Francia al futuro re Enrico II, si portò al seguito un'intera compagnia che recitava a corte.
Diverse compagnie di attori italiani visitarono anche la Germania, l'Inghilterra e la lontana Russia, riscuotendo ovunque un gran successo. Il brio e l'inventiva nel Settecento si esaurì, ma il suo patrimonio non andò perso, ma raccolto, riformato e vincolato a un testo scritto da Carlo Goldoni, che lo trasformò nella rappresentazione della vita sociale del suo tempo, in particolare nel vivacissimo mondo veneziano.






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